Dal 2008 mi occupo di supervisione psicopedagogica di operatori che lavorano in servizi socio-sanitari. Ho seguito e continuo a seguire attraverso incontri mensili equipe di educatori operanti con giovani e adolescenti in servizi socio – educativi, equipe di servizi per la disabilità a regime residenziale e semiresidenziale.

La supervisione psicopedagogica è un momento fondamentale nella vita di un servizio socio – sanitario non solo come strumento “riparativo” per situazioni particolarmente problematiche, ma anche come spazio di confronto periodico tra operatori che insieme valutano, analizzano, riflettono sullo “stato di salute” del servizio in cui lavorano.

La supervisione ha pertanto un duplice obiettivo:

1 Il confronto e la ricerca di soluzioni su problemi portati dagli utenti che mettono in discussione le consuete metodologie e procedure o che innescano situazioni di stallo nelle normali azioni educative

2 L'analisi e il miglioramento delle dinamiche relazionali interne all'equipe soprattutto nell'affrontare conflitti, incomprensioni e problemi comunicativi

Nella supervisione psicopedagogica l'attenzione va allo stesso modo garantita al singolo operatore, all'equipe di lavoro e all'utente finale in quanto tutti questi livelli concorrono alla serena prosecuzione del servizio e il gruppo degli operatori deve poter lavorare in sufficiente armonia e chiarezza nelle comunicazioni. Le questioni irrisolte tra gli operatori, infatti, nel tempo possono deteriorare lo svolgimento del servizio danneggiando di fatto gli utenti stessi e creando un ambiente di lavoro malsano e poco efficiente.

Certamente lo sforzo di partecipare all'incontro di supervisione, potendosi mettere in discussione sia sul piano professionale che personale, può essere ripagato sia in termini di benessere sul posto di lavoro che di prevenzione di derive come il mobbing o il bullismo. Per questo è raccomandata in ogni ambito di lavoro che vede una equipe operare congiuntamente e non solo in ambito socio – sanitario o educativo.